Secondo una leggenda, Spinete sorse su una collina coperta di spine, trasformata dai primi abitanti in un rigoglioso giardino. Questa immagine è raffigurata nello stemma comunale, con un fascio di rovi, una scure, una ghirlanda di quercia e spighe di grano, sormontati da una stella, simbolo della tenacia e della bellezza del borgo.
Spinete, incantevole paese molisano immerso tra i colli e i boschi del Matese, offre panorami suggestivi e una storia millenaria. Una poesia dialettale ne celebra il fascino: "Te truov 'ngoppa a na cullina addò ru sol ce gira tuorn tuorn" ("Ti trovi sopra una collina dove il sole gira tutto intorno").
Sorto come insediamento sannita lungo il tratturo Pescasseroli-Candela, il borgo passò sotto il dominio romano, con insediamenti nella contrada Masseria Strada Vecchia. Nel periodo svevo appartenne ai Conti di Molise, poi, con l'avvento degli Angioini nel 1269, fu assegnato a Tommaso Capuano e successivamente alla famiglia Sanfromondo. Nel 1467 divenne possedimento dei Gaetani e, alla fine del Cinquecento, degli Imperato, ultimi feudatari prima dell'abolizione della feudalità.
Il Palazzo Baronale, nato dalla trasformazione dell'antico castello normanno attorno al quale si sviluppò il borgo, conserva ancora oggi tracce delle mura di difesa e una delle porte d'accesso originarie, con un elegante arco a ogiva. Nel cortile si trova un particolare bassorilievo raffigurante una sirena bicaudata, simbolo di prosperità e protezione.
Dopo l'Unità d'Italia, la suddivisione delle terre portò alla nascita di 12 borgate e 13 nuclei abitativi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Spinete fu occupata dai tedeschi il 3 ottobre 1943 e subì pesanti bombardamenti fino alla liberazione, il 24 ottobre, grazie all'intervento delle forze canadesi, che evitarono ulteriori distruzioni.